Ho scritto uno spettacolo su commissione.
Parla di autoscatti; di gente sola che vuole intrappolare momenti senza importanza per poi condividerli con altra gente sola.
Parla di gente che passa le giornate online, con un pallino verde accanto, affacciata alla finestra in attesa che altra gente sola la noti e la contatti con la scusa del dentifricio.
Parla di una generazione che si è trovata intrappolata tra le foto in pellicola e gli smartphone con la fotocamera ultima generazione.
Parla di due generazioni lontanissime che cercano di incontrarsi in un mondo virtuale.
Parla di quel tempo vaporoso che ci sta soffocando; di quel tempo non vissuto, sprecato e condiviso con il primo che capita.
Parla.
O almeno ci prova.